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Riflettendo sulla riflessione

Il termine riflessione si presenta come fosse una via breve, capace di condurre il pensiero analitico verso la comprensione del senso profondo che le diverse realtà si guardano bene dal rivelare a chi non sa riflettere a fondo. In realtà è un imbroglio legato al fatto che ogni riflessione genera un capovolgimento, e non solo dell'immagine che si riflette in uno specchio, ma anche del pensiero che, analizzando, scompone la realtà sezionandola, così come ha fatto mio nonno col suo motorino sputafuoco (mia nonna lo chiamava, sarcasticamente, sparagandulin) che è rimasto per sempre sdraiato a pezzi su un lenzuolo in cantina, ed è ancora lì, allo stesso modo della verità dissanguata stesa sul tavolo dell'obitorio che chiamiamo, invasati d'orgoglio intellettuale... la nostra "mente".

 

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7 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • vincent corbo il 05/06/2014 07:11
    Condivido la tua "riflessione" che mi sembra contenga nel suo seno una contraddizione. Le diverse realtà si guardano bene dal rivelare a chi non sa riflettere a fondo, ma in fondo riflettere e riflettere a fondo non sono la medesima cosa se come dici tu la riflessione costituisce un imbroglio perché genera un capovolgimento sia dell'immagine che del pensiero?
    oppure riflettere a fondo significa proprio smascherare il valore fuorviante della riflessione?

7 commenti:

  • massimo vaj il 05/06/2014 16:42
    No Vincent, quel poco che conosco lo conosco per vista interna, e a me è concesso soltanto di poter dire della sua superficie, ma non l'essenziale, che non essendo relativo è incomunicabile.
  • vincent corbo il 05/06/2014 16:19
    Grazie per la tua spiegazione... e per aver speso del tempo... scusa ma tu sei un prof?
  • massimo vaj il 05/06/2014 15:53
    No, il numero ha anche una valenza qualitativa nel fatto che è un simbolo. Qualità e quantità sono due principi universali, per la precisione sono i due primi princìpi universali, ognuno di essi, inteso nella sua perfezione primigenia è indipendente dall'altro, ma all'interno della manifestazione dell'esistenza la qualità feconda la quantità e la possibilità universale manifesta ciò che di essa è manifestabile e non manifesta ciò che, invece, non lo è oppure che ancora non è, ma sarà quando saranno mature le condizioni per esserlo. Qualità e quantità possono, all'interno dell'universo manifestato, essere considerati anche i due poli in relativa opposizione tra loro che diverrà complementarità per risolversi nell'unità che li ha generati. In questo caso, considerate come due poli contrapposti tra loro, ognuno contiene traccia dell'altro in principio. Questo significa che anche la quantità è considerabile da un punto di vista che è qualitativo, e questa sua qualità è rappresentata dall'analogia simbolica nella quale l'uno rappresenta l'unità generatrice, il due definisce la divisione per riflessione dell'unità, il tre sarà il ternario che trasforma la iniziale dualità in complementarità equilibrata, il quattro la solidificazione data dall'allontanamento dal principio, il cinque l'essenza del quaternario e via dicendo. Pitagora ha sintetizzato le modalità nella quale i numeri sono tra loro in una relazione simbolica chiamata tetraktis. Mi fermo qui perché non è la sede per illustrazioni di frammenti della dottrina metafisica.
  • vincent corbo il 05/06/2014 13:21
    Allora i vari Pitagora, Euclide e compagnia bella operavano solo sul piano della quantità, la logica non ha nessun collegamento con la qualità che ricerca l'essenza?
  • massimo vaj il 05/06/2014 12:38
    No Vincent, il ragionamento è la riflessione. È, però, diverso il discorso fatto sul piano della quantità, perché è su quel piano che la matematica si pone. Quello che riguarda la qualità ricerca l'essenza, mentre la quantità è riferita alla sostanza. Il fine della quantità è indifferente che sia raggiunto attraverso una sottrazione o una somma: 20 - 5 = 15 oppure 10 5 = 15
    Il fine della qualità, invece, è sempre superiore ai mezzi impiegati per essere raggiunto, e non potrebbe esserlo attraverso una diminuzione delle caratteristiche qualitative dei mezzi impiegati al suo conseguimento.
  • vincent corbo il 05/06/2014 12:27
    Il ragionamento, secondo te, si contrappone alla riflessione? Nel senso che se impegno la mia mente per risolvere un problema di algebra, poi arrivo alla soluzione che dovrebbe essere il riflesso di una verità oggettiva.
  • massimo vaj il 05/06/2014 11:18
    All'inizio della frase è scritto Che il termine riflessione si presenta come fosse, il che indica che, però, non lo è. Questo implica che anche il riflettere a fondo non modifica il capovolgimento implicito a ogni riflessione. Avrei dovuto scriverlo meglio, perché come l'ho scritto è poco chiaro e dà adito a fraintendimenti. La colpa è stata mia, mi spiace, di solito sono più attento quando scrivo

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