Essenzialmente ci sono tre grandi vie generali, che chi sta all'interno dell'esistenza può percorrere. La prima è guidata dalla speranza che ogni ulteriore complicazione cessi con la morte del corpo, e questa convinzione induce a comportamenti che non tengono in alcun conto le ripercussioni che ci saranno in un futuro a lungo termine, e che saranno conseguenti al proprio aver agito; in questi casi si finisce col rifugiarsi comunque nell'ipocrisia di chi deve risultare diverso da quello che è in realtà. La seconda è quella che seguirà chi teme di dover rispondere delle proprie azioni, anche quelle che è riuscito a nascondere, e questa paura innescherà prudenza, e inclinerà all'ipocrisia di chi deve nascondere la propria reale condizione. La terza via è quella percorsa da coloro che anelano a trasformare in un guscio vuoto l'ego che contiene il loro orgoglio; costoro non hanno interesse alle ricompense conseguenti al loro agire, perché ogni ricompensa è destinata all'ego.