L'utilizzo dell'ironia presenta diversi inconvenienti, dovuti al suo dover mostrare le incongruenze altrui, suscitando il buonumore quando non sia possibile indurre al pianto...
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Anonimo il 11/06/2014 15:31
È vero che l'ironia mostra le incongruenze altrui, quando ci si accorge che è meglio ridere per obbligata comprensione dell'incapacità di chi non sa autocommiserarsi. È la vita con i suoi caleidoscopici aspetti.
È apprezzabile non avere segreti, perché si è come irrigiditi dall'averne, ma ricorda che la verità non si rivela a chi non è in grado di comprenderla. È per questo che l'esistenza si rivela per gradi a noi, in dipendenza della nostra maturità, perché la verità, prima ancora di avere il dovere di essere visibile, ha quello di essere compassionevole.
Io ho un solo obbligo da assolvere, che si chiama dovere, ed è dato dal dover migliorare. Come potrei farlo approfittando dei varchi lasciati aperti dalle altre persone? Posso solo dare loro vaghe, quanto inutili, indicazioni, ma la lotta è contro il mio ego, non contro il tuo. Lì sei tu a dover lottare.
io non ho segreti: soffro di solitudine, provo invidia e frustrazioni varie. Sei tu quello che per nasconderli è costretto a esibire un'alterigia esorbitante in un sito di dilettanti, dove è più facile fare bella figura. Se leggi i miei scritti autobiografici scopriresti che non mi tireresti fuori niente di quanto abbia già ammesso sul mio conto. Qui il punto è che sei tu quello che ha una paura matta di esporsi nel caso di interlocutori che sanno leggere dietro i tuoi castelli linguistici.
Non devo farlo io, perché lo stai facendo da solo. Non ho complessi d'inferiorità diversi da quelli che dovrebbe avere chiunque non sia assoluto, ma ci sto lavorando attorno per assottigliarne lo spessore. È per questo che mi rifiuto di ricalcare i contorni del tuo autoritratto
le tue incongruenze sono tutte le cose che non hai il fegato di ammettere sul tuo conto: frustrazioni, complessi d'inferiorità, solitudine, invidie. Il fatto che tenti invano di attribuirmi carenze che in realtà cerchi costantemente di scrollarti di dosso rafforza tale incongruenza.
Speri che gli altri ti riconoscano onestà intellettuale solo x quello che ti fa comodo ammettere
se ti sembro una formica mi chiedo cosa t'impedisca dal non avermi ancora schiacciato. T'invito farlo
Devo, perché penso tu non te ne sia ancora reso conto, che se vuoi uscire bene dall'esserti confrontato intellettualmente con me, dovrai faticare enormemente di più, di quanto stai facendo con le tue mezze frasette appese per il capello di una frustrazione calva, altrimenti il risultato sarà quello di farti ridere dietro da tutti quelli che leggeranno questa nostra squilibratissima diatriba... Prendilo come un consiglio amichevole, dato da chi detesta schiacciare persino una formica.
Caro Luigi, la cosa più facile da riconoscere per un'intelligenza degna di chiamarsi tale è l'incongruenza, perché essa costituisce una contraddizione e ogni contraddizione è un'impossibilità di una delle due verità che si contrappongono negandosi. Dunque dovrebbe essere facile, per te, dirmi quale sarebbe la verità che il mio scrivere contraddice, in che modo la contraddice e attraverso quali ragioni di principio è possibile dire da che parte sta la vera perché unica verità tra le due in lotta tra loro. Se non fai così sei solo un provocatore, stupido perché si è messo contro un'intelligenza, la mia, che anche chi è scarsamente dotato non può fare a meno di rilevare come acuta, e in grado di spiegare ciò che per la quasi totalità delle persone costituisce un mistero inviolabile.