Oggi voglio fare la Gesù della situazione e parlare in parabole.
C'era un uomo che annaffiava con cura il proprio giardino. Un giorno notò una splendida farfalla variopinta posarsi su un fiore. "É bellissima!", pensò. Nel timore che volasse via decise di catturarla. La chiuse in una mano ed era felice di possedere un esemplare così bello di insetto. "La terrò con me, così potrò ammirarla sempre". Entrò in casa e, cosciente che da lì la farfalla non sarebbe mai potuta scappare, pensò di liberarla in modo tale da poterla ancora guardare. Aprendo la mano, però, si accorse di averla uccisa. Aveva stretto il pugno per evitare che volasse, causandole però la morte. Questo succede anche a noi quando abbiamo paura di lasciare liberi i nostri desideri. Li chiudiamo dentro e li stringiamo così tanto da farli soffocare. Li reprimiamo per paura di non essere all'altezza delle situazioni, li facciamo soccombere pur di non confrontarci con essi stessi. Li incateniamo dentro la nostra mente, liberandoli soltanto quando riteniamo di essere "lontani dal pericolo". Pensiamo che forse domani, forse tra qualche giorno, forse prima o poi... troveremo il coraggio di tirarli fuori, ma spesso é già troppo tardi. Quando ci troviamo davanti a un muro abbiamo solo due soluzioni: saltarlo anche rischiando di cadere e di sbucciarci le ginocchia, o tornare indietro. Inutile dire che é solo saltando il muro che potremo proseguire il cammino. I nostri desideri hanno le ali: lasciamo che volino! Solo quando saranno liberi di andare dove vogliono ci saremo scrollati di dosso il malessere causato dalla frustrazione di averli per tanto tempo intrappolati!