Aspetti, guardi qualcosa, aspetti. L'attesa rende gli istanti un'eternità, e la lancetta su quell'orologio non scorre mai. Ma mentre aspetti, pensi, pensi e ripensi.
Aveva ragione Dumas quando scriveva " l'umana saggezza sarà riposta in queste due parole: aspettare e sperare. "
Certo che vivere è un bel mestiere! Quando uno aspetta qualcosa è come se ricevesse un comando: stai fermo, non muoverti.
E allora aspetti, ti imponi determinate cose: non chiamare - anzi - non toccare neanche il cellulare -guarda il muro piuttosto- e non fare l'errore di toccare il computer, sarebbe autolesionismo. L'attesa pretende che io non mi muova, che stia fermo, inerme, ad aspettare.
Il vero problema è che saper aspettare è un arte, e si sa, non tutti nascono artisti. Io per esempio non sono un artista, e di sicuro aspettare non è il mio mestiere, perché Io, quando aspetto, costruisco grandi, bellissimi, favolosi castelli che in pochi minuti vengono spazzati via - da me stesso ovviamente - e allora riparto.
Cerco un'altra angolazione, un altro modo che potrei usare per costruire mura più salde, ma ogni volta, le mura che costruisco, si innalzano sempre di più e sempre più forte puntualmente mi schiacciano. Ma sarà forse che la fortuna trova chi la cerca e non chi la aspetta?
Allora fai una bella cosa - te la dice Gaetano - non aspettare che arrivi il vento e gonfi la vela con un po' di fortuna, soffiaci dentro te, e magari la barca inizierà a viaggiare e prima di quanto pensi arriverai a destinazione.