Sfibra l'archetto sulla corda tesa. L'attesa si fa intensa e tende l'udito al suono che s'inerpica sulla parete liscia dello strapiombo e scopre le spalle al vuoto, l'ignoto. Scivola l'ultima difesa, sfiora la pelle il raso, avvolge il sapore che increspa i fianchi l'alta marea della luna piena che invidia, lontana, i corpi aggrappati ai gemiti sfiorati sulle corde alte di un violino liberato nell'incanto. L'amore il senso, asserragliato ai sensi, del lumeggiare assonnato delle lucciole