Epicuro diceva che, quando ci siamo noi, la morte non c'é; quando c'é la morte, non ci siamo noi. In realtà, la nostra accumulazione é scandita dal contrasto tra vita e morte, giacché ogni respiro che compiamo é la morte stessa di quel respiro. E questo si chiama tempo. Noi veniamo continuamente, totalmente e inevitabilmente plasmati da Kronos. Quindi, la morte é un'esperienza che già conosciamo e già viviamo.
Anonimo il 27/12/2010 22:18
La fine di tutto?
Se tu sei tutto è vero è la fine di tutto-
Io penso che la vita e la morte sono dipendenti è indivisibili. Sono la stessa cosa, mi spiego:
Chi nasce muore chi è morto rinasce e viceversa. Non chiedermi se chi rinasce rinasca come prima di morire. Lo so ma non te lo dico, se te lo direi, tu non ci crederesti ed io farei la figura del deficiente, oppure dello strano. Anche se strano lo sono.
Anche se dopo ci fosse qualcosa, non possiamo sapere se sarà meglio o peggio, comunque sarà la fine "di tutto" (quello che conosciamo o ci sembra insomma di conoscere). sarà la fine "di tutto" appunto, e in questo "tutto" possono essere prevalse cose negative o positive. Questo secondo me spinge all'attaccamento o meno a questo "tutto", alla vita che stiamo vivendo. Ma se finisce "tutto", è come un cambiamento radicale. Chi si trova bene nelle sue condizioni, di solito ha paura di un cambiamento radicale, perchè le cose potrebber migliorare, ma anche peggiorare.
questo è vero, chi soffre molto può anche arrivare a desiderare la morte, ciò non toglie che la morte rimane un qualcosa di misterioso e incomprensibile, pertanto si tende a elaborarla in modi che non comportino necessariamente la sofferenza.
preferisco pensarla un nuovo inizio che la fine di tutto. un po' come una finestra che si chiude al mondo che hai appena vissuto e si apre a un altro. c'è chi ha paura proprio perchè è la fine di qualcosa. di un percorso. se dovessi immaginarla la sentirei come un nuovo parto.. al contrario.
Ero come san tommaso, e non credevo a nulla, e avversavo chiunque sol accennasse a tematiche religiose o metafisiche varie. Pensa che quell'anticristo di Nietsche era uno dei miei più grandi amici.
La fine di tutto se per milioni di persone rimane un pensiero nell'ambito delle possibilita' reali, per me e' una frase che non ha nessun senso.
Pensa che uno dei miei
Perche' la vita dovrebbe aver un senso per l'individualita', quando e' dimostrato che la stessa NON HA ESISTENZA REALE.
Il senso della vita, e qui non mi stanchero' mai di ripeterlo e' solo di DIO, la realta' assolutaì DI CUIO TUTTI NE FACCIAMO PARTE.
È un tua opinione ed io la rispetto, anche se non la condivido, non per essere il Martin contraio della situazione, ma per le ragioni già scritte! Ciao!...
È un tua opinione ed io la rispetto, anche se non la condivido, non per essere il Martin contraio dell asituazione, ma per le ragioni già scritte! Ciao!...
Non per farti da eco, ma anch'io sono sintonizato su questa possibilità! Altrimenti, questo nostro passaggio in sulla terra, questa parabola del'esistenza, nascita, crescita, morte, che senso avrebbe? Un caro saluto, Michele.
Il "mal comune mezzo gaudio" è la formula che certamnete non può soddisfare o placare l'angoscia della fine, né di qualsiasi dolore. Tu, prova a darti un colpo di martello insieme ad altri cento e vediamo se riesci a sorridere! Ciao...