Mi capita spesso di cadere in uno stato d'estasi, di quelli più selvaggi, ogni volta che rifletto sull'infinito. Però a metà viaggio, involontariamente la porta viene chiusa, e torno nella mia gabbia. Vorrei tanto una copia di quella chiave.
Sei stata chiarissima, infatti pensiamo praticamente la stessa cosa, l'infinito rimarrà ignoto per sempre, almeno fin quando non raggiungeremo un altro stato di consapevolezza, e comunque non smetterò mai di pormi quelle domande, sono parte di me stesso, e curioso come sono la ricerca si fa ogni giorno più intensa. . . grazie mille del tuo commento . . . Ciao
credo che il tuo pensiero sia profondissimo.. e che tutti sentiamo spesso l'esigenza di riflette su noi stessi e su ciò che ci circonda.. il problema però è, come hai scritto, che le nostre domande restano senza risposta. Non riusciamo ad avere quella chiave e forse non l'avremmo mai. Ma non per questo dobbiamo cessare di porci delle domande e di pensare altrimenti saremo nulla! Riguardo alla riflessione sull'infiinito tutta la filosofia ne è piena, personamente mi appoggio a quei sostenitori che ritengono che non possiamo comprendere l'infinito perchè siamo finiti, nel senso che io posso dire che la bevanda che sto bevendo è dolce o amara, perchè conosco cos'è il dolce o ll'amaro. nel caso dell'infinito non lo comprendo perchè sono finito, e come se gustassi una bevenda e conoscendo solo il dolce non riuscissi a comprendere la spiacevole sensazione che sento nel berla. Non so se sono stata chiara, spero d si,
ciao
tutto tranne religioso e credulone, mi ritrovo nel lato opposto di quell'isola . Più che altro mi considero un'anima ribelle e caotica... Ci saranno spero, alcune vie d'uscita meno dolorose . . .
se l'infinito fosse compreso non sarebbe l'infinito
l'unica via d'uscita è quella di dimenticare la sua irrazionalità attraverso una forte emozione interiore e così si diventa religiosi e creduloni