La fame sicuramente, la televisione per spezzare la solitudine, il calcio per i fuori di testa, la guerra per chi non ha capito che la vita è altro e non giocare a fare soldatini e strategie senza contare le vite umane che muoiono.
Quello che tu dici, Giulio, è sacrosanto. Ci ho riflettuto sopra e sono arrivato alla conclusione che sì, è vero, l'uomo dà il meglio di sé nelle scienze e nelle arti quando la fame è sconfitta, ma... attenzione, è una fame sconfitta ancora presente, nei sensi e nel ricordo. Sai quella fame atavica che hai subito dopo le lunghe carestie... dopo una guerra, pur avendo cibo, non riesci a sfamarti, non c'è abbondanza che i faccia dimenticare la fame. I nostri genitori e nonni ne sapevano qualcosa. Ecco, in questi periodi l'uomo dà il meglio di sé: penso all'Atene di Pericle e, in tempi molto più recenti, al nostro secondo dopoguerra. Invece, quando la fame è dimenticata e siamo satolli, quando mangiamo e sappiamo già che dovremo ricorrere alle diete, lì c'è la decadenza, lì sorge nuovamente il bisogno della fame.
Ciao Giulio, i tuoi spunti di dialogo sono sempre preziosi. Nicola
scusa se insisto Nicò... La Storia dimostra, secondo me, che il "bisogno di soddisfare la fame" (di cibo) è stato negativo nei confronti del bisogno della conoscenza: infatti è stato quando che è stata sconfitta la fame (sempre di cibo) che l'uomo ha dato il meglio di sè nelle scienze e nelle arti... o no?.. un abbraccio
ieri per la prima volta nella mia vita mi sono avvicinato ad un gabbiano fino ad arrivare quasi ad accarezzarlo... avevo un alice in mano e lui "fiducioso" si è avvicinato per strapparmelo col becco e poi allontanarsi.. ma non di molto... appena mezzo metro... mangiava l'alice e mi guardava.. ecco, il suo BISOGNO di soddisfare la fame ( e non il bisogno della fame) ha creato una circostanza particolare... penso che in fondo la vita sia questo: qualcosa di particolare... ciao nico...
... il senso del bisogno primigenio, quello di avere fame (e non di conoscenza o di infinito, no, fame di cose da mangiare): per ripartire, per ricostruire, per dare e ricevere solidarietà e per accorgerci che siamo uomini affamati, anche di conoscenza e di infinito.
N
Grazie amici. Un popolo che non fa la guerra e non ha fame (ne conosciamo, vero?) è talmente infelice che, invece di prodigarsi per debellare la fame degli altri popoli, spesso porta loro la guerra. Questo popolo infelice si consola con il calcio, un sostitutivo della guerra, e con la televisione, una droga stordente. Cent'anni fa si ballava per le strade, avendo fame. Oggi, satolli, si sta ad inveire davanti ad una partita di calcio, o imbambolati davanti a "Ballando con le stelle". Ecco...
Nicola
Leggendo c'è da farsi venire la pelle d'oca...(sulla superficialità dei nostri bisogni e dei nostri interessi.. lo leggo anche in questa chiave...) meglio di no.. potrei essere mangiato.. Accendo il televisore... bene c'è una partita di calcio... magari il Barcellona... una vera messa con Messi... altro che notizie di guerra... della fame del mondo.. che se ne frega... Un abbraccio Nicola... la gente... non è un popolo... agente...
Il bisogno dovrebbe manifestarsi quando c'è la scarsità o l'assenza di qualcosa, ancor prima della dipendenza e della sensazione di astinenza che ne deriva.
Premesso questo, immaginiamo di disporre i bisogni elencati da Nicola secondo la gerarchia indicata:
1) alla base troviamo la televisione: qui dovrebbe esserci la zona dei bisogni fisiologici
2) poi viene il calcio: qui potremmo essere nel campo dell'appartenenza sociale, l'identificazione nell'insieme
3) quindi c'è la guerra: è questo il campo del successo, del prestigio
4) infine la fame: il vertice della piramide. Qui c'è la propria realizzazione, che si concretizza, attraverso il passaggio dei bisogni elencati in precedenza, nella distruzione dell'"altro" per il bisogno supremo:
"il potere".
Io leggo l'aforisma in questo modo e ringrazio Nicola per la stimolante lettura.
Nicola
capisco quindi che per fame intendi una fame di conoscenza, di miglioramento, di crescita, a scapito o meno degli altri.
OK, ma la mia condivisione del tuo aforisma resta ferma al 50%.
Buon week end ed alla prossima.
Giuseppe
Giuseppe, nel leggere il tuo lungo commento ho sempre annuito, tranne che in un punto: dove equipari il bisogno della fame al bisogno del sonno, della sete, ecc.. Quando dico "bisogno della fame" io non intendo "bisogno di soddisfare la fame" ma bisogno della fame quale bisogno, il bisogno del bisogno insomma, che ti spinge ad aggredire, sia l'altro che la vita che l'infinito stesso. La televisione non c'entra con l'infinito, ma è un oppio che attenua i bisogni ancestrali. Un abbraccio.
Ciao Nicola
quando ero a scuola un mio insegnante mi disse che è intrinseca dell'animo umano (ed è uno dei suoi bisogni fondamentali) la propensione verso l'infinito. Questo spiegherebbe perchè qualsiasi popolo, anche il più primitivo, abbia degli idoli, si crei una propria religione o semplicemente adori il sole e la terra o comunque le cose che servono a soddisfare i suoi bisogni più concreti (riscaldarsi, nutrirsi, ecc.).
Poi con l'evoluzione dell'uomo e con il crescere della cultura, alla religione sono stati collegati anche concetti la morale, l'amore verso il prossimo, il rispetto delle regole e delle leggi per poter un giorno pervenire alla vita eterna. Insomma, un bisogno (la propensione all'infinito) sarebbe divenuto un mezzo per affermare altre idee e per educare gli esseri umani ad essere delle brave persone e dei buoni cittadini.
Che il ragionamento sia del tutto giusto o sbagliato, non saprei dirlo in quanto, essendo credente, emetterei dei giudizi preconcetti. Ma la propensione verso l'infinito, come bisogno fondamentale dell'uomo, la condivido. È quello che spinge anche l'uomo a superarsi sempre, a conoscere ed esplorare mondi nuovi ed oltrepassare continuamente nuove frontiere.
E questa mia convinzione, di certo, fa un po' a cazzotti con il tuo aforisma.
Non saprei infatti collegare la televisione al concetto di propensione verso l'infinito. Tanto meno il calcio.
Sulla guerra potrei essere d'accordo: millenni di storia hanno largamente dimostrato che nell'uomo esiste un impulso che lo porta a combattere contro il proprio prossimo e questo può essere inteso a sua volta come un bisogno di superarsi e superare gli altri. Insomma una degenerazione della propensione verso l'infinito.
Sulla fame evito di dilungarmi: sarebbe banale. Non deriva certo dalla propensione all'infinito ma dalla concretezza della natura umana, alla pari del sonno, della sete, della respirazione, ecc.
Insomma, ti ringrazio dello stimolo. Ma credo di poter concordare al massimo al 50% con il tuo aforisma. CHe comunque apprezzo come invito alla riflessione.
Un abbraccio e buon week end
Giuseppe
Ma voi lo riconoscete, il bisogno di sopraffazione che alberga negli uomini? Quella spinta a prevaricare, a distruggere l'altro? Gli animali uccidono per cibarsi, gli uomini per prevalere. C'è chi non si interessa di calcio, è vero. Bene, i sostitutivi della guerra sono tanti, non c'è solo il calcio. Avete mai assistito ad una partita a carte giocata con accanimento? Siete mai stati coinvolti in una discussione dove avete poco da dire ma tanto da urlare? Io sì e voi, secondo me, pure. N
Beh, Luigi... tutti gli aforismi sono generalizzazioni, o, per meglio dire, astrazioni. Tutti hanno la presunzione di azzeccare. Spesso si sbaglia, certamente. Non capisco però "ad occhi chiusi", forse ti riferisci all'ora in cui hai scritto il commento?
guarda che i bisogni "banali" sono in realtà quelli fondamentali. senza di loro non esisterebbe nè la guerra, nè la l'infelicità nè il calcio, nè la televisione e nè la droga. nopn esisterebbe niente.. perchè non esisterebbe nessuno di noi... no?
Cara Rosaria, la tua osservazione è stimolante. Si sa, aria acqua e cibo sono bisogni essenziali per ogni animale sulla terra, in quanto servono a nutrire il corpo e mantenerlo in vita. Sin qui è banale. Che l'amore sia un bisogno fondamentale, invece, ho dei dubbi. E questo non è affatto banale. Sono quasi certo, invece, che la gente abbia bisogno di fame e di guerra come stimolo a vivere. Curiosamente poi, tanta guerra è venuta dopo la fame, e tanta fame durante e subito dopo la guerra. Quando la gente non ne può più dell'infelicità, comincia a procurarsi la fame (inclusa la dieta!). Il calcio è un succedaneo della guerra, la televisione una droga che fa sentire meno gli altri bisogni... Nicola
non fare di ogni erba un fascio, Nicola, io metto prima l'aria, poi l'acqua, poi il cibo, e l'amore. anche se l'amore dovrebbe essere al primo posto.. ma non sempre c'è .. quello vero. per quanto riguarda la gente, essa mette al primo posto la sopraffazione sui suoi simili.. e l'invidia.. poi, si nasconde dietro la televisione e i bollettini di beneficenza...