Beh, il mio intento nello scrivere questa frase non era quello di farla intendere come una condanna o una non condanna dei nostri limiti, ma semplicemente quello di definire la natura stessa dell'uomo: perennemente scontento di quello che è, costantemente teso verso il miglioramento, il perfezionamento... Un perfezionamento della società, del mondo intero, ma che, in fondo, è sempre mirato ad un perfezionamento suo proprio, di uomo che vive nella società e nel mondo... Non è del tempo che siamo schiavi, ma di noi stessi, della nostra stessa natura di esseri umani. E soprattutto non siamo schiavi del NOSTRO tempo: già Terenzio, commediografo dell'antica Roma diceva: "Vivi come puoi, dal momento che non puoi vivere come vuoi!"
Secondo me invece condanna i nostri limiti perchè preferiamo uniformarci invece di trovare il nostro posto nel mondo. Ognuno di noi sceglie, e vuole condizionare il prossimo per non sentirsi solo, quindi questa frase ci sta dicendo che siamo "schiavi del nostro tempo" e che ormai non sappiamo più intervenire nemmeno in minima parte nel nostro tempo!
Non sono pessimista di natura, anzi forse mi illudo anche troppo, ma su certi argomenti rimango veramente costernato solo a parlare con la maggior parte della gente!
Anonimo il 17/01/2012 16:12
Siamo e non siamo, perché abbiamo il bisogno d'essere. Elegante osservazione, che dichiara ma non condanna i nostri limiti