Sia che le bolle in giro tu porti,
che imbroglione tu sia o baro ai dadi,
coniator di moneta, e ti scotti
come quelli che son sbollentati
vili spergiuri, privi di fede;
che rubi, arraffi, compia rapine:
dova va il frutto, non lo si vede?
Tutto alle bettole e alle sgualdrine.
Rima, motteggia, strimpella, suona
Cembalo e liuto, abbietto giullare;
fa’ scherzi e imbrogli, piffero intona;
in città e borghi va’ a recitare
e farse e ludi e moralità;
vinci a birilli, a carte, a che fine?
Tanto! ascoltate, poi se ne va
Tutto alle bettole e alle sgualdrine.
Tu le rigetti tali sozzure?
Va’ campi e prati ad arare e mietere,
cura e governa cavalli e mule,
se in alcun modo non sai di lettere;
se ti accontenti, viver ti è dato.
Ma se strigli la canapa, infine
Non dai il lavoro da te sudato
Tutto alle bettole e alle sgualdrine?
E brache, vesti, giubbe aghettate,
tutti gli stracci vostri, alla fine,
prima di far peggio, portate
tutto alle bettole e alle sgualdrine