Ed io non porterò più invidia al giorno,
se dove l'ombra della sera inchina
una stridula voce di bambina
ai bei rami sarà tessuta intorno.
Già i tenebrosi allori al roseo corno
della luna s'impigliano, e vicina
a noi è la selva dove in ghiaccia brina
le si spenge annerando il capo adorno.
E tentenna nel limpido topazio
stupito un viso, una palpebra lieve,
ed occhi ingenui bevono lo spazio,
ma di questo miraggio umidi in breve
i lecci amari addensano lo strazio
sulle rose notturne, come neve.