- poesie d'autore
- poesie di Giuseppe Ungaretti
- Veglia
Veglia
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenililunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
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Effettua il login o registrati - Una delle tante poesie dal "Fronte".. di forte intensità..
morte e vita son lì alla meditazione tua e del Poeta..
anche tu rifugiati in quella trincea.. guarda e poi rifletti... sul senso della vita.. sul senso della morte.. sul senso della guerra...
- Anche questa è bellissima, vera e umana in quelle lettere, in quell'attaccamento...

- Un vero e proprio esempio di sopravvivenza. Un distacco dal senso della vita (le lettere piene d'amore) e quello della morte (il compagno massacrato dai gas e dalle bombe). Era l'interventismo italiano della Prima Guerra Mondiale, Ungaretti vide tutti i suoi amici morire durante il conflitto; questo vuol dire "essere attaccato alla vita".
- Stupenda, toccante. L'attaccamento alla vita è maggiore quando dinanzi c'è la morte, nel suo aspetto più umano.
- Triste come la morte, bella come la vita. Un'altra bella poesia nata dal dolore. Meglio se non fosse mai nata. Ungaretti avrebbe scritto comunque una poesia ancor più bella, in contropartita.
- Ricordo ancora quando alle medie ci fecero leggere questa poesia. È solamente spettacolare. Ungaretti, arruolato nell'esercito assiste alla morte di un suo compagna, massacrato, con i denti digrignati, rivolti alla luna verso il plenillunio, l'ultima frase è quella che mi tocca di più. bellissima.
- Solo quando rischi di perderla, ti accorgi di quanto sia bella la vita...