Di ogni teatro conosco la sua aria
una parte che so già a memoria.
Quando entro in ogni camerino
io lo vivo nel profondo, lo respiro.
Cercare la più giusta intonazione
ogni parola per me diventa azione:
farla uscire in un lieve soffio
o scaraventarla fuori come schiaffo
e non dimentico di prestare occhio
al consueto gioco dello specchio.
Per altri vuole dire vanità
per me caleidoscopio di mille verità.
Allora mi sistemo un poco meglio il trucco
posso sembrar bambino, giovane e vecchio
riuscendo facilmente a camuffar la voce
roca, potente e stridula, come più mi piace.
Se son famoso la stampa mette fiato alle sue trombe
adesso invece mi tremano le gambe,
sento dentro me sconvolgimento
per l'attesa di un pubblico in fermento.
Il mondo è uguale oppure tanto vario
una volta in più si apre quel sipario.
Un primo applauso come pioggia mi lava la tensione
così comincia la rappresentazione
e questa vita che vuol continuare ad esistere
anche se il cuore, un giorno, cesserà di battere.