non devo ascoltare il freddo
quando i brividi sussurrano
la paura fin dentro le ossa
e temere le notti deserte
che scivolano lungo i marciapiedi
delle stazioni affollate d'addii
oppure bagnarmi della nebbia
che rende solitaria l'esistenza
in un vuoto apparente dove
solo il fiato cattivo del rancore
aggredisce i sensi smarriti
camminare nel fango rappreso
di piscio polvere e merda
cercando un appiglio
nei rovi della menzogna
per restare in piedi
ferirmi le mani e vedere
nel sangue che ne sgorga
e il dolore
la vita che ancora m'appartiene