Inspiro l'ansia di
un terribile precipizio:
il tuo sguardo, grave
dei ricordi di una vita,
ma mio,
nel verde crepuscolo delle attese,
delle speranze opache.
E diventano ruggine
tutti i nostri prima,
attraversati solo dal vento
dei nostri respiri,
ora così intimi,
così simili, eppure lontani,
nell'agghiacciante penombra dell'avere.
E, allora, cado in una vertigine di rimpianti,
dove, alla fine, ci sei tu, ancora tu,
luce dei miei sospiri,
fiamma d'ogni mio tramonto.
Nulla é eterno,
ma le tue labbra sul mio collo
lo saranno per quest'attimo,
come rugiada addormentata.
l'autore Luana D'Onghia ha riportato queste note sull'opera
Poesia frutto di 3 parole (Verde, collo, penombra), sapientemente scelte da Tylith: un gioco per "risvegliare la mente".