Non e' l'aspettar che logora,
seduto schivando colpi meschini
col risalir dell'onda dei più furbi,
bensì lo schernir di chi lontano affronta la discesa.
L'avevo visti risalir a migliaia,
barando per mostrar se stessi
complici di sensazioni lontane da esser veritiere,
ed ora riscivolan giu' amorfi.
Non derido io chi implora una mano cercando aiuto,
allungo la mia sorridendo ancora
facendoli partecipi e spettatori,
del mio esser asciutto e libero.
Sconfitti laddove era un vanto,
il pavoneggiar senza remore
che fino a poco fa mostravan solerti,
ora fradici aspettan obbligati il mio alzar.
ora tocca a me e asciugate le gocce di superbia sui visi. Io sono libero...