Ancor risuona dalla nuvola alta alata
una voce, ammonisce dell'Ecclesiaste
il Saggio: il dolore assai aumenta forte
chi alla natura con bramosia di far
le fa violenza usando di poter voglia
irrazionale vana superba conoscenza,
scorreva limpido il fiume chiaro azzurro
prati fioriti erbe varie profumate tante
ecco il cemento alto duro del fiume nasce
sbarramento usual lenta corsa qui s'arresta
sparisce il verde un vasto immenso lago alberga,
montagne colline un tempo alberi svariati
infiniti abeti pini larici maestose querce
muschio licheni per fauna e flora ecco il paradiso
or quando la neve scende tra le imbiancate
cime tra i pendii presso le colline uno sciame
una frotta allegra umana s'appresta della neve
ai ludi da sci piste seggiovie ville alberghi ostelli
questo lì tutto attorno nuovo regna e chiaro vedi
l'antico idilliaco paesaggio dolce sì tanto mutato
scienza e progresso ecco farla sicuri da padroni
tranquilli i borghi a valle città e paesi già svegli
ognun pronto a riprender la vita quotidiana piana
lavora la terra il contadino pronta è del fabbro
la fucina gli operai solerti allegri son nell'officina
i bimbi attenti a scuola le mamme fan la spesa
passano autobus tram impiegati lì in attesa
legge il giornale al bar seduto sereno il pensionato
improvviso tuona il temporale pioggia violenta
torrenziale il fiume s'arrabbia si sbriciola il cemento
pochi secondi senza preavviso frana la montagna
sparisce dov'era la collina l'alveo del fiume son
le strade in questa sua violenta corsa pietà non
mostra correndo verso il mare non s'arresta
acqua fango detriti portano solo morte e distruzione
calamità disastri naturali diranno come al solito alcuni
imprevedibili nessun dubbio gridano altri azioni antropiche
scellerate l'avevam predetto i soliti giochetti vergognosi
a scaricabarile piangono intanto altri piangendo i loro morti
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