Scilla e Cariddi
aprite quei cancelli.
Partendo da una punta di stivale
sputano righe che ti possono far male,
proteggono progetti nati sulle nuvole
custoditi come sassi in dieci scatole
a metà fra il romantico e il pacato,
in bilico fra sognante ed arrabbiato.
La penna che li muove sa cantare,
piangere, ridere e volare.
Una cosa che non ho mai visto prima
altro che due versi attaccati con la rima.
Parole aggiustate con la creta
che salgono da un burrone a una cometa
di una bravura tutta artigianale
che non tace, ha imparato anche a parlare.
Restiamo qui attendendo la prossima scintilla
in direzione di Cariddi e Scilla.