Trascini stancamente il tuo corpo senza età,
ti muovi con la lentezza calcolata
di chi non deve dar conto del suo tempo.
Ti vedo vestita di panni sbiaditi e sgualciti dal tempo
seduta sulla stessa panchina ormai per te come casa
tra gente che ti passa accanto altera e indaffarata.
Rinchiusa nel tuo mondo di fragili ricordi
ormai non guardi più chi ti osserva con disprezzo
e a volte mi sembra di scorger nei tuoi occhi un lampo di fierezza.
Eppur s'intravede ancora nei tratti del tuo viso
i resti di un'antica giovane bellezza,
quando camminavi tra sguardi di uomini adoranti.
Dove andrai quando il freddo entrerà nelle tue ossa?
Dove sarai quando l'acqua bagnerà i tuoi capelli?
Chi ti darà acqua da bere nei giorni dell'arsura?
Oggi mi son fermato a guardarti da lontano,
un giorno forse troverò il coraggio di abbracciarti
senza dirti inutili parole di vuota compassione
ma ponendoti con gli occhi una sola domanda che mi assilla:
e se fossi tu ad aver capito tutto di questo mistero che è la vita?
se fossi tu ad insegnare a tutti cos'è la vera libertà?