Intrico di sguardi assenti
celano anime a tempo
su e giù per queste strade colme
nel grigio autunno metropolitano
che sfuma su palazzi disadorni
ognuno è per sé, isola e caos
clessidra nell'effimero duello
distratto dalla folla indifferente.
Dentro il fardello dei pensieri
chiudo me stesso, sospeso
tra realtà e vecchi sogni senza terra,
ma la ruota va, mulina sempre
dal tempo della culla
sfregando silenziosa sulle carni.
Ruota dentata il tempo
non prova mai clemenza
e forgia scelte battendole col maglio
e lastrica la strada che consuma
di dolorose assenze.
La vita allora incalza la speranza
mordendola coi denti
fino al tramonto
che porta all'alba nera
ultimo tozzo, ultimo guizzo
lampo negli occhi
resta l'autunno spoglio d'ogni foglia
alberi nudi sotto nuvole di piombo
poi niente più.
Chi sa dov'è, se c'è
quello che resta eterno?
Forse è nel solco atro della terra
il seme del ritorno?
Non più nel cielo vago?