Un variopinto pareo
stretta ti fasciava
Imbevuto d'acqua salmastra
stentava a contenere le tue
forme
Occhi di gazzella
ferita
davano luce a neri
capelli
umidi e sciolti sulla
spalla
Prorompevano i tuoi seni
sensualità volutamente
non nascosta
Sode le tue natiche
arricchivano un corpo
maturo e insieme acerbo
mela già colta vogliosa ancora
d'esser colta.
Sorriso dolce accattivante
schivo riservato
di sconcertante leonardesca
ambiguità.
Succose labbra pegno di
futuri ineffabili piaceri
Trapassi come freccia
l'esistenza
Appari improvvisa come
un flash
Abbagli
E dopo sconcerto confusione
disorientamento
Attraversi questo Sole
Ondeggi ammiccante
Tu Venere immortale
Poi svanisci
Per quanto tempo ancora
potrai fuggire alle
mie fiamme?