Inquieta e limpida,
trasparente
come ruscello di montagna,
come lacrime di gigante,
ti stendi accanto a me,
lontana.
Sei una città splendente,
una valle deserta schiava del Sole,
una foresta buia,
silenziosa.
Sei cura e malattia,
attesa e rimpianto,
sei di vetro e di fiamma.
Se soltanto fossi abbastanza sciocco
da non provare paura,
se fossi un bambino che non sa,
che non conosce quel ch' è da venire...
Se fossi un tiranno crudele,
violento,
con la forza di un sospiro ti stringerei,
come unico appiglio su di un precipizio
non ti lascerei scivolare via,
come un'orchidea di polvere
tra le dita ti nasconderei.
Arderei sulla tua pelle,
spegnendomi lungo il dolce declivio della tua schiena.
Se fossi uno sciocco
cercherei di perdermi tra quei rivoli di rame,
mi tufferei con una piuma legata al collo,
suicida e felice,
nel pozzo buio delle tue inquietudini.
Se fossi uno sciocco,
oserei,
proverei ad averti,
a legarti stretta al mio respiro,
ignorerei le forbici affilate del tuo cuore
ma sono solo un folle
e non mi resta che amarti,
come me, come sono,
follemente.