Donati i saporosi frutti
perdon gli alberi le foglie
rese dalla triste pioggia
pallide e avvizzite.
Nei sentieri dei monti e le colline
lungo i viali, nei giardini
senza posa le percuote il vento,
vorticosamente le disperde.
Melanconico velo di nebbia
copre le vallate
da querce, da castagneti popolate
ascende poi ai pioppi, ai clivi ameni
già rigogliosi di seminagioni.
Sui campi arati, sopra i colli,
all'ombra degli ulivi
a frotte si rincorrono gli uccelli,
con volteggi capricciosi, soavi
planano sulle siepi, pronti a volare
via allor che il cacciatore
l'insidia tende.
Brucano le ultime mandrie
le erbe roride di brina
nunzie di prossima neve,
mentre nei casolari, giù nella pieve
arde il fuoco del cammino
e allegro nelle cantine
ribolle il mosto nel tino.
Spesso dall'uscio di casa
qualcun fa capolino
per scrutar il grigio cielo
che nasconde il sole,
cercando invan un raggio di speranza
da quella stella simbolo d'amore.