Su d'un marciapiede grigio,
che l'ombra mia sostiene,
vado.
Fredde son le mie mani,
in quest'inverno.
Di fronte mi guardo,
non v'è gente alcuna.
Immagino,
se vi fosse qualcuno
a cui parlare.
In questa terra di ferro,
dove ti dan le spalle.
Infelice è 'l ricordo
cui il mio cuore si strugge.
Vecchie son le riesumate polveri
e antichi i templi.
Ma ecco l'attimo!
Un passo,
un respiro!
Tutto si fa fermo;
l'abbagliante folgore mi coglie!
La mente mia vede,
ed ora è chiaro!
Si squarcian le aerê nubi
e la terra s'apre e si prostra
e l'aria si fa ferma, tesa,
fra reale e vano.
Ed io son fermo, ora.
Alzo l'occhi
e vedo persone,
persone di carta.