Penso, a volte che sia già il tempo dei consuntivi;
di tirare le fila; di chiudere i conti.
Penso, a volte, che la montagna sia alle mie spalle e
dinnanzi io vada veloce per la china.
Penso, a volte, che il mio cuore abbia battuto e
che il suo battito attuale tenga in vita i miei ricordi.
Penso, a volte, di aver già scritto; scritto tutto.
Scritto i versi e le canzoni e
penso, a volte, che con esse ho esternato e sviscerato
tutte quante le emozioni.
E penso sempre che oramai sono al sicuro.
Al sicuro nella mia torre.
Al sicuro dai bisogni; così al sicuro che non tendo più la mano.
Al sicuro, e così certo
che stavolta, né per gioco o leggerezza,
volli aprire ad una voce che vibrava.
E pensando, come sempre, d’essere pronto ad ogni cosa,
non mi accorsi di ciò che fece:
come tolse le parole, incapace di parlare.
Come strinse questo cuore senza il battito fermare.
Come disse al mio sentire di guardar verso il futuro.
Come il germe fu piantato nel mio duro
petto.
Penso allora alla speranza che mi dai e come aprirmi a te vorrei.
Penso allora …
Penso a …
Penso.