al sorriso della bianca aurora
all'ora che il gallo salutava il dì
s'aprivan gli usci dei casolari
e le raccoglitrici dell'oliva
vestite con stranezza singolare
si chiamavan a vicenda.
S'adunavan poi con dolce chiacchiericcio
nella piazza del paese,
a frotte avanzavan cantando
verso la collina nella nebbia immersa
e lì rimanevan fino al tramonto
le bacche della divina Athena a raccattare.
Duro il lavoro:
a due braccia
protendevan le mani sovente dalla brina
intirizzite,
a raccoglier velocemente il frutto
da riporre nella borsa.
La stanchezza annullavan
coi loro canti
nell'aere a spargersi come
festosi inni al sole.
Ed ora che più non s'odono quei canti,
tutto tace dal piano alla collina...
le raccoglitrici son sostituite
da macchine a scuoter gli ulivi...
immensi teli raccolgono le oleose bacche.
La terra genitrice si dispera
pel triste scempio dell'agricoltura
ormai sconvolta nelle sue strutture
opere pazienti dei vetusti padri...
solo desolati, miseri campi restan
dalle malerbe oppressi di tristezza.