Luci spente, notte, nessuno sente, nessuno vede.
Il nero vuoto invita ad amare l'anima ormai nuda.
Esplorarne i confini spigolosi e morbidi,
ascoltarne il silenzioso battito insopportabile,
odorarne il profumo stantio nelle ore lente.
Oh, quanto vorrei allungare la mano stanca e timorosa,
a stradicare le paure sanguinanti dal cuore indolente:
lasciarle scivolare, lentamente, tra dita sporche,
pizzicarne, con i polpastrelli, la rugosa pelle bambina,
constatare l'assoluta fragilità, l'Immagine e Somiglianza
e infine, lasciarle sbocciare, una a una, nel sorriso del passato.