Scrivo quando il temporale
geme malinconia
e le follie,
diventano tornadi
che spazzano dai capelli
la ragione.
Mi sento viva
se sopra il mare l'orizzonte
sembra l'ingrigita cartapesta
di stanze abbandonate.
Scrivo di illusioni,
quelle di due mani
che non saprò dimenticare.
Scrivo quando è inverno
e le mie braccia sono gelide appendici
della stasi
mentre le orme,
affondano al centro dei silenzi,
infuocato magma
del divenire terra.
Non c'è magia nelle uncinate parole
se l'uva d'autunno
sa d'aspra vendemmia
e tra i filari arsi
rincorro l'ultima stilla di sole.
E sale la notte
che piange l'assenza di Luna
e le tenebre fitte
fanno male sugli occhi,
così scrivo
sui fogli
colorati coriandoli arresi.