Quando questa incontrollabile sensazione di solitudine,
di vuoto anche fra tanti,
di non risultare unico per qualcuno,
si unisce ad un senso di voluto abbandono,
ciò che ne scaturisce è un'incalcolabile disillusione.
E a placare ciò non bastano le ingannevoli parole,
i gesti convenzionali ma dimostrazioni
di affetto, pure, sincere e spontanee
perché se è pur vero
che ognuno di noi è suscettibile
all'elogio altrui, altrettanto lo è nel constatare
che non vi è nulla di più gravoso di una sensibilità
delusa, derisa o offesa.