Si sa che il sonno allenta
il giogo del reale,
catena nella sabbia.
Sognando, ho immaginato
che il corpo fosse gabbia
e il cielo nero coccio.
Ti ho vista sollevarti
e salutare il mondo,
la sferica prigione
d'insalubre bruttura.
Infrangi la barriera,
l'imbroglio punteggiato;
volteggia, attraversando
il crollo siderale.
Sarai la stella d'oro
che illumina la valle,
tra fresche brezze in coro
e bagni di farfalle.