Davanti all'immensità urlata
mi giaccio prostrata
di vivere arrancando
come in tortuose strade
che di montagna
neanche l'aria.
Ti vedo avanzare,
con il raggio in resta,
mentre i nembi viola
sfidano il tuo calore
e concedono i fianchi
acconsentendo al rosso
di alleggerire il rombo.
Come il sole di quest'oggi,
il giorno mio appare,
lancia in resta, pensiero
spavaldo, sicumera
di un'utopia di donna
che si erge
su questo monte d'alba,
dissolvendo nubi ostili
con il rosso accecante
del mio riso sprezzante.