Nel rosso venato, purpureo,
incantato
di un sole morente
ti vedo.
Ti scorgo nel segreto dei cirri
portati dal vento
e trai soffi spumosi io sento
chiamare il tuo nome,
né so come il miracolo avvenga.
Trai flutti turchini del mare,
nella candida schiuma dell’onda
scorger mi pare divino il tuo volto,
le chiome accarezzo e sfinisco.
Odo l’eco incessante lodare il tuo nome
quand’ecco una voce mi dice:
svegliamoci è un sogno!
Io non capisco son troppo felice,
mi giro, mi stiro, sospiro,
mi scuoto, mi desto, obbedisco;
sarà una visione, ma il miracolo resta,
non mi vergogno, ne ho troppo bisogno.
(1961)