Il mio amore si consuma nell'assenza.
In visi come pioggia,
sagome di fantasmi e sonagli,
in incroci di silenzi,
in sguardi vuoti, fissi, oltre l'orizzonte
ad usar la Luna come specchio
per riflettere pensieri e parole.
Il mio amore si consuma nel corpo della materia.
Ripercorrendo strade e attraversando portoni,
parlando con la pietra
per sentire il suono di passi leggeri,
la noia dell'attesa alla fermata del bus,
un caffè preso in tutta fretta,
una lacrima intrappolata tra la sabbia davanti al mare.
Il mio amore si consuma dietro gli occhi
con le note morbide di un sassofono
che scivolano sulla pelle nuda,
in strade gelide scricchiolanti di neve fresca
all'ombra di un orologio senza più tempo da regalare
rimescolando ore e stagioni in cascate di grano,
in laghi verdi, caldi e sconfinati come il Mediterraneo.
Il mio amore si consuma nel silenzio.
In baci rubati ed attimi eterni,
in apparizioni mute e disperate,
in carezze di cristallo ripetute come preghiere.
È cura e malattia,
inferno e paradiso
legati stretti in un ombra sottile.
Il mio amore è mio e non mi appartiene.
Si consuma e si ravviva come vanto di fenice.
Lontano da me riposa.
È un dono,
con la mia anima accucciata nei suoi occhi,
con la mia vita insignificante e maestosa
incatenata nel fondo del suo petto.