Discendono le Erinni, disgustose,
intaccano i pilastri della mente.
Anche il più savio, al sentimento vano,
potrebbe accompagnare agir profano.
Esplode il rosso dei tuoi occhi accesi,
sai già dove colpire nel profondo
gli affetti tuoi, che scorgi disonesti
con sensi dal digiuno già prostrati.
Per anni crei, ma perdi in un secondo
un fascio roseo, se poi lo calpesti
gridando, volto e cuore deformati,
che immeritati doni ti sian resi.
E se un sussurro è la melanconia,
dell'astio è odiosa la cacofonia.