Crescesti in una cella colorata,
la mente muta, preda dei dolori,
ragazzo dalla smorfia inosservata,
pacato tra gli sterili clamori.
Nel dedalo di dubbi mai sfumati,
pugnando, il tuo pensiero prese forza:
scrivesti cento versi sospirati,
filtrò l'amore dall'infranta scorza.
Ti sciolse da senilità precoce
il prodigo sentire, un dì smarrito.
Fu come un fiero grido, a piena voce,
o l'estasi dell'atto più proibito.
Or non insegui un serto a molti caro,
la tua passione ignora gloria eterna.
Sarà soltanto un livido più chiaro,
l'alone d'una fievole lucerna.