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Le tue prigioni
Noi non la pensiamo come i preti, le donne con le minigonne non cercano di farsi violentare, al massimo vogliono essere guardate.
Ma le donne che vengono picchiate e hanno sempre pronto un "Ti perdono"?
Le donne che vengono aiutate a scappare, ma sono sempre pronte a ritornare?
Non ci saranno mai abbastanza mani a coppa per raccoglierne le lacrime.
Mai abbastanza vasche per raccogliere le mie, quando le sento disperate e sole.
Hai ancora il dolore di quel vuoto dentro, lividi freschi sulle tue gambe fragili, ma stai tornando indietro, come un'equilibrista inerme, in bilico sulle tue catene.
Ed io chi sono?
In fondo ti ho offerto solo Amore, un tetto e protezione.
Non ho manciate di lucchetti da scagliarti in faccia, posso darti solo la libertà d'agire per poi vederti piangere e soffrire.
E lui prima ti ha donato la dolcezza, per poi usarla come cappio su di te, potrà guardarti ridere per poi spegnerti a pedate.
Potrà rimpicciolirti per riuscire a stringerti, non tra le braccia, ma nell'angolo morto della sua rivoltante cecità.
Tu sei sua, giusto?
Sei sua quando ti ama a sberle, quando con le parole cerca di ucciderti e poi con le mani raccoglie i tuoi resti.
E tutta la mia comprensione si scioglie all'ombra di questo pallido sole, nel sentirti dire che stai cercando di capire, che devi decidere se perdonare.
Perdonare?
Perdonare una persona che ti ha maltrattata, cacciata, picchiata, perseguitata?
Per lui tu sei solo una puttana che ha deciso di comprare a baci e schiaffi.
Ti ha costruito una prigione, nell'orecchio ti bisbiglia Amore, ma non senti quanto urla Crudeltà?
Tu gridavi aiuto e tante braccia ti hanno stretta, facendo attenzione a non ferirti, tenendoti la porta aperta.
E da queste porte sempre meno spalancate ti guardiamo ritornare a lui, ancora zoppicante e senza niente.
Sei sempre più lontana, ma riusciamo ancora a sentirti bisbigliare.
"In fondo è colpa mia, un po' me la sono cercata."
L'elenco delle cose brutte che hai fatto è come una filastrocca senza rime, una litania senza poesia, un'autobus senza fermate.
Ti terrei il viso tra le mani e ti ripeterei ogni giorno che sei un essere speciale e meriti solo carezze, baci, affetto e comprensione.
Lo farei, ma le mie braccia sono troppo corte per raggiungerti, ora che sei dietro a quelle sbarre.
E allora te lo urlo, ma senza metafore, senza parafrasi, senza magia.
LUI NON TI AMA.
IO TI AMO.
LA TUA FAMIGLIA TI AMA.
I TUOI AMICI TI AMANO.
TI PICCHIERA', TI DISTRUGGERA', TI FARA' MALE ANCORA E ANCORA E ANCORA.
E NOI NON POSSIAMO SALVARTI, SE TU LO PERDONI.
QUESTA È L'UNICA VERA COLPA CHE HAI, TUTTE LE ALTRE SONO CAZZATE.
NON HA ALCUNA GIUSTIFICAZIONE, NON HA ALCUNA SCUSA, NON HA ALCUN VALIDO MOTIVO.
Ma non perdonarlo, voltagli le spalle e corri.
Ti aspettiamo a braccia aperte.
Io lo farò.
Perché ti amo.
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