Il cuor scompiglia
Quel giorno di festa
Il teatro si riempì
Per ascoltar parole mie sofferte
Che in silenzio, da sola, patii.
Il tempo, vedrai, guarisce!
Il più noioso dei cliché;
Eppure tanto vero è,
Ma infinito per chi patisce.
Ora secchi e asciutti son gli occhi d'argento!
Morbide e lucide le guance materne.
Sono mie, son sue:
Di colui, che incantato, tende le mani paterne.
È nata una nuova famiglia!
Unita come la poesia,
Estesa come la luce,
Scossa dal bimbo che il cuor già scompiglia.
Milano, Dicembre 2012