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Come mai potrò

Come mai potrò
rappresentare me stesso
in un teatro,
raccontando le mie invisibili follie
legate da versetti di un poeta ignoto,
che parla ascoltando
il suo sottofondo musicale
con cui tiene il tempo
quando, da seduto si alza
ed incomincia ad elargire con le braccia,
brevi imprecazioni sillabate
di motori al pieno delle forze
col rischio di esplodere
in tante piccole schegge di storia
parlata.

 

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Alessandro il 09/01/2013 11:53
    Invisibili follie che cercano di auto-rappresentarsi, come un personaggio instabile in cerca di autore. Ottime tutte le metafore. Hai un bel talento.

3 commenti:

  • Grazia Denaro il 09/01/2013 14:06
    L'attore dev'essere un po' folle e scevro di saggezza. Bell'esposizione!
  • augusta il 09/01/2013 12:21
    bravo... nulla d'aggiungere...
  • Anonimo il 09/01/2013 09:53
    Bellissima l'immagine finale, intenso il significato allegorico di questi motori mentali a rischio di esplosione in tante "schegge di storia parlata".

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