Scorrono giorni inquieti
in un perimetro di storia.
Copro lividi sul volto
con ampi strati di calce,
bianca e purificatrice.
Ho il fiato sul collo tutto il giorno
le tue zanne mi succhiano il sangue.
Cammino con il tuo sguardo che mi perseguita
sento i tuoi passi risuonare sul selciato,
ho paura di voltarmi e di vederti!
So che ci sei, sei la mia ombra,
sei il mio carceriere senza catene,
sei nell'ombra,
sei come il riflesso della morte,
sei come una lama che trafigge il mio corpo
anche se da lontano.
In un perimetro di storia
mescolo le mie lacrime ad un caffè amaro,
amaro come la vita, amaro come un rosario di solitudine.
Costretta ad apparire con un volto imbellettato
ho dentro l'anima Invisibili piaghe di sofferenza,
putride di violenza.
Muto il mio labbro.
Sono muta davanti al mio assassino,
impotente e muta come agnello da tosare.
Avevo ali grandi come lenzuola di lino
ma ora sono accartocciate su di me
e mi avvolgono come una sindone.
Avevo ali grandi e volevo volare
ma le tue mani aguzzine mi tirano giù
come zavorre uncinate,
e porgo rassegnata i miei polsi
alle tue roventi catene.
Ma io avevo ali grandi,
ma io volevo volare!