Mattina uggiosa.
Nuvole cariche di gocce di amarezza..
troppo grevi per non cadere..
Ed io..
Immersa in quest'oceano di sangue acido
alla ricerca di una boa a cui aggrapparmi per prender respiro..
Gli alberi si dibattono al vento
perdendo fiori e foglie,
risucchiate anch'esse nel vortice della tempesta..
cadendo si invischieranno, loro malgrado, nel sangue..
La pelle si spacca,
trasuda lacrime e veleno..
Nessuna boa per me.
Ma una spada si erge all'orizzonte,
precaria,
appesa a chissà quale filo..
Quella fredda lama tagliente appare ora l'unica mia salvezza.
Issandomi le mani si sfaldano..
altro sangue va ad aggiungersi
a quell'oceano tumultuoso..
mi scende per gli arti coprendomi il volto..
Ma la salvezza è effimera come tutte le cose..
e allargando le braccia mi lascio cadere..
giù, sempre più giù..
Occhi aperti, spalancati.
E nel film dei miei ricordi
finisce così la sofferenza mia..
E finalmente... Silenzio.