Parevano calici
innalzati all'aurora
timidi gigli
spuntati sul prato
bianchi
come il candore
della prima neve.
Lacrime di rugiada
piccole
sugli steli rivolti al cielo
pollini dorati
danzanti
come baci
che arrivan sulla bocca
sfiorando il respiro.
Sento nella mia carne
la bellezza sognante
che sa di divino.
Gigli candidi
folletti di luce
che profumano il mattino
occhi sacri che non taciono
ma gridano
oro e neve
con il loro sorriso.