Eternamente continuo a salire sul sicomoro
cieco viatore lontano da Dio.
Mi affardellano lungo il cammino
le mille vanità del mondo
che mi impediscono il passo
verso la primigenia Meta
che ormai più non vedo.
E con grande fatica salgo...
la vista impedita dalle squame della mia miseria,
i sensi ottusi dalla mia consolidata insensibilità,
con il desiderio e la fame nel cuore
di quel fango che Tu, Padre e Fratello,
amante di quell'umanità,
condivisa nella carne all'alba del Natale,
ancora una volta, passando,
porrai pietoso sui miei occhi,
immeritevoli e irriconoscenti.