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Rogna negli alti palazzi
Non vado qui a trattar l'antica rogna,
ch'era frutto di certi parassiti,
ma intendo invece mettere alla gogna
l'azion funesta di tutti i partiti,
che a noi ci fanno un culo qual zampogna,
mentre loro soddisfan gli appetiti
di gente che dimostra una gran fame,
e sempre è pronta ad ogni gesto infame.
Ogni volta che abbiam le votazioni,
uno stuolo di agnelli buoni e miti
si presenta per chiedere adesioni,
promettendo i vantaggi più arditi,
ma appena soddisfatte le ambizioni,
agiscono da intrepidi impuniti,
si sveston della pelle dell'agnello,
fornendo uno sfacciato spogliarello.
Vien la commedia in farsa tramutata,
per cui ridono forte a crepapelle
e con azion mordace e assai sfacciata,
del lupo adesso indossano la pelle:
ogni promessa va dimenticata
e noi tiriam la cinghia o le bretelle;
addio fortune ed impegni promessi,
a tutti quanti ci hanno fatto fessi.
Or siedono felici in Parlamento
sul redditizio ed agognato scranno:
votano leggi a loro piacimento,
e senza gran lavoro e duro affanno
son pronti ad arrivare al tradimento,
vendendosi a coloro che più danno;
spesso sonnecchiano, e Montecitorio
tramutasi in penoso dormitorio.
Affermano di amare la Nazione,
invece questi grandi farabutti
pensano solo alla loro magione; (casa)
ma l'albero si giudica dai frutti,
e mentre loro han soldi a profusione,
i nostri portafogli sono asciutti:
possano i loro luridi proventi
divenire scorpioni oppur serpenti!
Tra tutta questa schiera ripugnante
non riesco io a trovare qualche onesto,
qualcuno dalla punta di diamante,
che sappia effettuare un nobil gesto
e che dell'onestà sia un vero amante,
uscendo con coraggio dal contesto:
tal desiderio, ahimè, rimane vano,
e il dio denaro regna ognor sovrano.
L'esempio l'aspettiam dal Quirinale,
dal nostro bravo e amato Presidente,
ma ho letto ultimamente nel giornale
qualcosa che mi turba enormemente
perché il gran Capo se la passa male,
ma lui ha agito in modo previdente,
infatti (e qui non c'è del vilipendio)
ha deciso di alzarsi lo stipendio.
"Evviva il PdL", in più città,
gridano in molti nelle nostre piazze,
però il loro capo, in verità,
ha combinato tante cose pazze:
tra le ben note sue priorità,
c'è stata quella data alle ragazze,
per cui son tanti a dire a Berlusconi:
"Adesso via davver da li cojoni!".
Altri danno fiducia al buon Bersani,
e infatti più adesioni egli registra:
è un uomo dai principi schietti e sani,
benvisto dalle schiere di sinistra,
ma nonostante i vari sforzi immani
su di lui pende una sorte sinistra:
sempre vacilla ed è uomo perdente,
simile proprio alla Torre Pendente.
Chi alza i toni e si mostra ben sicuro
è il grande condottiero della Lega,
egli afferma che tutto in lui è duro,
ama il Nord e poi niente più gli frega,
è un lombardo tenace, vi assicuro,
e tutto quanto il Sud lui rinnega;
quello che adesso dico è cosa nota:
è l'unico uomo, padre d'una "Trota".
Come persona inquieta e alquanto urlante,
ultimamente è apparso Beppe Grillo;
parla alle masse con voce tonante,
sbava, sproloquia e sembra proprio brillo:
è Grillo sì, però grillo sparlante,
e cinque stelle mostra il suo vessillo.
Spero che con l'aspetto da stregone
non si muti da comico a buffone.
Ora parlo del Centro, asse portante,
guidato con passione da Casini
e dal pupillo di Giorgio Almirante,
dal sangue ardente, ossia Gianfranco Fini;
a Casini però, seduta stante,
segnalo i limitati suoi confini:
qui è il caso che gli accenti non esasperi,
ma ben altro spessore avea De Gasperi!
Che dire infin del tecnico governo?
Tasse e gabelle sono state immani,
facendoci soffrir come all'inferno;
siam tutti in crisi, giovani ed anziani,
ma il sole tornerà, dopo l'inverno!
Salva è l'Italia, ma tanti italiani,
con la cura del... bravo Mario Monti,
a vivere si trovan sotto i ponti.
Poveri gl'italiani, ma non tutti,
perché più gruppi di politicanti
litigiosi, egoisti e farabutti,
nell'oro sono immersi e ognor festanti;
per noi solo il lavoro e a loro i frutti.
Peste e corna al Governo e ai governanti;
salviamoci da soli, o brava gente,
perché di noi a lor non frega niente.
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