Era il tempo
de le rose
che generose
se aprivano,
ed io cogliendone una
mi pungetti e piansi,
ma in scena
andar dovetti
Le lacrime napulitane
cantar;
con tremula voce piangente
ma soprattutto stonata
mi esibii,
de tutti subito
divenendo lo zimbello;
lo Maestro,
il mio Maestro,
pur avendo riso
anch'egli
a sé mi chiamò,
mi carezzo
e con la sua voce
soave più che mai
mi consolò;
oggi il mio pianto
diverso d'allora è,
poiché Egli
fra noi
più non è.