Dimmi o Circe il mio destino
lo svolgersi del giro delle stelle
dimmi dei loro raggi
di quel piccolo puntino
che è la mia vita
Quando e come, o Dei,
volgerete il volto ad altri
che di tanta attenzione
io sono stanco
anche se so, destino di ogni seme è guerra
noi non vediamo l'occulto assalto
dappertutto è tormento
ovunque dolore e lotta
Ma dimmi o maga quanto e come
quanto ancora dovrò patire
che non c'è più giorno
che non c'è più notte
in cui non sogni d'Itaca le belle pietre
ogni respiro insieme a gioia
è misto a sangue
la luce, cibo degli Dei
non trova in me forza bastante
che sono un uomo, solo un uomo
e il sovrappiù trabocca in pianto
Ma se il tuo volere, o Diva
al mio volere volterà le spalle
mi piegherò
frutto di curiosità fu il mio destino
che sin dalla culla ebbi in dote
il mondo, vasto, tutta questa luce
la bellezza
come un sigillo e non condanna
abbraccerò a giro
la volta delle stelle
che gli Dei onniscienti
stesero su me