Lontan' s'apprende sì come talvolta
fece l'amor' nel languido sentire,
e il triste affanno vive in divenire
lator' d'un'allegrezza non raccolta.
E a l'astro i' non parlo e lui no' ascolta
e Il mio segreto lascio ad assopire
parlando sol'con me ancora una volta,
lasciando al resto il tempo di marcire.
Subitaneo tremore indarno molto
lambisce me e l'alto sentimento
e lascianmi coi palmi sopra il volto;
quinci l'astratto quindi lo sgomento:
uno sguardo dal ciel'ormai distolto
che meco fissa me col mio tormento.