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Lucente troppo fu l'argentea vera

Lucente troppo fu l'argentea vera
che l'Ossessione mia mi fece amare;
ed io rimembro il luccichio che v'era
che di realtà divenne contraltare.

D'ameno sentimento a un tristo mare;
sì lieve or' m'accompagna in fin la sera,
di diafana vaghezza e gïoia mera,
ove euforia diviene stanco stare.

Raccoglinmi la fronte in sul tuo grembo
ché trema la mia essenza e niente dice:
l'argento della vera ho ancor' nel lembo;

e l'amo e t'amo ancor', feroce attrice,
quantunque tu mi tien' dentro al tuo nembo
che d'alti duoli e gïoie fa cornice.

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 04/03/2013 20:20
    Ho sentore d'antico cantore... ne lo scorrere un tuo verseggio... mirabile ne la metrica... eloquente sonetto...
    IL MIO ELOGIO ROBERTO...

1 commenti:

  • Alessandro il 05/03/2013 00:07
    Bel sonetto che rivaleggia con i migliori per profondità e completezza.

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