Lucente troppo fu l'argentea vera
che l'Ossessione mia mi fece amare;
ed io rimembro il luccichio che v'era
che di realtà divenne contraltare.
D'ameno sentimento a un tristo mare;
sì lieve or' m'accompagna in fin la sera,
di diafana vaghezza e gïoia mera,
ove euforia diviene stanco stare.
Raccoglinmi la fronte in sul tuo grembo
ché trema la mia essenza e niente dice:
l'argento della vera ho ancor' nel lembo;
e l'amo e t'amo ancor', feroce attrice,
quantunque tu mi tien' dentro al tuo nembo
che d'alti duoli e gïoie fa cornice.