Sei dinanzi a me
a fronte bassa.
Mesto, ciondoli la testa
come un cane bastonato
il cui collo è serrato
da un guinzaglio stretto,
implorando una carezza.
Memore delle tue carezze
verso me mancate,
vorrei essere dura
chiudendoti la porta in faccia,
urlarti la mia rabbia
renderti pane per focaccia,
adempiere all'antico motto:
-ognuno per se, Dio per tutti-
Ma mi fermo e rifletto...
le tue mani poi stringo,
ti sussurro il mio perdono
con affetto.
Meglio che io senta
anzichè un lugubre
risentito rintocco,
sciogliersi le campane a festa
nel mio cuore...