Guardo
il tuo corpo consumarsi
in gocce di cera
le stelle
dall'abbaino
vorrebbero imbalsamare una sensazione d'immenso
amare
quel balsamo profumato sfuggito alla notte in singhiozzi di fiamma tremula
aprendo
una porta
una volta di cielo
sulla tempestosa ardesia dei c'era
Qui più niente ricorda il tuo sorriso
gli oggetti si sono cuciti le palpebre per la presenza del non vedere
il can della vicina
abbaia
assopito d'amare vecchie ossa
con la zampa
chiede
aspettando
altra luce
di carezza